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DA “LA SACRA FAMIGLIA DI NAZARETH” L’AUGURIO PER IL 2022


L’anno volge al termine. L’ emergenza sanitaria, la crisi economica e sociale che ne sono seguite, le occasioni mancate, i viaggi annullati, la tristezza, le preoccupazioni, ci hanno un po’ distratti dal senso vero del Natale appena passato: il trionfo della famiglia che, accogliendo il Salvatore, si autocelebra come modello sociale per eccellenza.

È un tasto dolente e al tempo stesso delicato, delicatissimo, che potrebbe generare critiche ed incitare uno spinoso dibattito culturale-filosofico, ma da persona semplice, nella mia semplicità, mi riferisco alla famiglia di Nazareth quale modello per tutte le famiglie, non solo per le famiglie cristiane.

Ce lo racconta così bene papa Francesco I nel suo Angelus di domenica 26 Dicembre: Gesù è un bimbo come tutti gli altri e, quando è in viaggio coi suoi genitori verso Gerusalemme fa perdere le sue tracce e disperare i suoi genitori.

Nel Vangelo Maria e Giuseppe sono descritti come persone “normali”: si preoccupano, si spaventano e quando solo dopo tre giorni ritrovano il loro figlioletto fanno fatica a capirlo mentre spiega loro che “doveva seguire il volere del padre suo”.

Come tutti noi: spesso fatichiamo per comprendere i nostri figli, c’è bisogno di tempo, di pazienza, di comprensione, di amore. Maria e Giuseppe sono esempio di “apertura mentale”: sanno benissimo quale sia il destino del loro piccolo e non lo ostacolano, lo accompagnano affinché spicchi il volo e prosegua il suo cammino.

E noi? Siamo proprio sicuri di avere le stesse capacità? 2021 anni dopo sappiamo ancora riconoscere quando è il momento di farci da parte o (ahimè, sicuramente anche per amore) cerchiamo di disegnare noi il futuro dei nostri figli, di imporre loro le nostre scelte, di sognare per loro e non più insieme a loro? Abbiamo la stessa capacità di dialogo coi nostri figli che avevano Maria e Giuseppe o siamo troppo distratti, troppo presi dalla frenesia della quotidianità che, piena di cose, non lascia spazio all’essenziale?

Maria e Giuseppe sono esempio di apertura alla vita: Maria ancora bambina accoglie Gesù senza chiedersi se fosse o meno il momento giusto, se fosse o no troppo presto e Giuseppe, anche se con le paure e i sentimenti di un uomo, accoglie Maria e il suo piccolo bambino.

E noi abbiamo ancora la stessa apertura alla vita? Per carità i tempi sono quelli che sono, bisogna studiare, realizzarsi, per avere una famiglia occorre una certa stabilità economica, ma quanto spesso i nostri figli sono un “dono” e quanto spesso un “programma”? Maria e Giuseppe si affidano con fiducia alla provvidenza e al disegno previsto per loro.. e noi, invece, quanto sappiamo ancora “affidarci”, fermarci per scoprire la bellezza (e il sacrificio anche) della nostra missione nella vita o quanto invece siamo sempre in fuga e sempre in cerca? Maria e Giuseppe sono, infine, esempio di amore sponsale: Maria rivolgendosi a Gesù gli dice sempre: tuo padre ed io, mai io e tuo padre, è il segreto della loro unione e, a pensarci bene, di qualsiasi amore felice, mai prima io e poi tu, ma prima tu: la felicità dell’altro feconda la mia perché la vocazione dell’uomo è l’amare.

Ci siamo mai chiesti se la crisi della famiglia odierna non sia da ricercare proprio in una eccessiva considerazione dell’io? Siamo oggi ancora disposti e predisposti alla conciliazione, all’accordo, o riteniamo, piuttosto, che la felicità risieda nella realizzazione della propria volontà? Beh è un argomento complesso, difficile; ma come dicevamo poc’anzi vogliamo essere semplici e con tanta semplicità vedere nella Famiglia di Nazareth un modello non per le famiglie cristiane e tradizionali ma per le “famiglie”, punto.

La liturgia cattolica festeggia la Sacra Famiglia ogni anno e questa festa, dopo vari cambiamenti nel corso dei secoli, cade attualmente nella prima domenica tra Natale e Capodanno.

Non conosco precisamente le ragioni di tale scelta ma ci voglio vedere un messaggio di augurio per tutti e dico proprio tutti: che il Nuovo Anno che verrà sposti la nostre attenzione sulle priorità, sulle cose che davvero contano nella vita. Quali sono? Sono sicura che ognuno di Voi adesso avrà dato la stessa risposta che sarà perfettamente coincidente con la mia.

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