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Mazzarri e il ritorno destinato.

L’avevamo lasciato in una domenica del 19 maggio 2013, alla trentottesima, al termine di un Roma-Napoli finito 2-1 che vide, ad esempio, il matador Cavani segnare l’ultimo dei 104 gol in tre anni, che salutava la squadra azzurra in cerca di un azzurro alternato al nero (l’Inter).

Disse in diretta, alla domenica sportiva, che andava via e aveva lo sguardo carico di speranza come era giusto che fosse.

Lo abbiamo ritrovato dopo 10 anni felice ed emozionato come il più classico dei “figliuol prodigo” a battere 2-1 una squadra nerazzurra, ( il destino non mescola sempre le carte, a volte le rimette a posto) con lo sguardo riconoscente di chi ha avuto in regalo una grande chance.

Mazzarri e il Napoli conquistano Bergamo con energia e consistenza, l’Atalanta pur facendo un secondo tempo degno delle idee di mister Gasperini si deve arrendere all’equilibrio degli avversari che mettono sul piatto di un match, anche giustamente inchiodato su un pareggio, ingredienti troppo prelibati; i subentrati Osimhen con l’assist e Elmas con il gol, confezionano il vantaggio definitivo che rilancia le ambizioni del club di De Laurentiis.

Sono proprio queste ambizioni che devono ridare ai giocatori napoletani la fame e la follia dimenticate in fretta e senza le quali non puoi raggiungere nessun obiettivo.

Avranno il figliuol prodigo ad aiutarli in questa ricerca, colui che il 19 maggio di 10 anni fa passò la mano, tentò il grande salto che però non ci fu: l’anno dopo dalla panchina dell’Inter fu esonerato e non conobbe mai più annate esaltanti come quelle all’ombra del Vesuvio.

Tomas Edison diceva che ogni tentativo sbagliato è comunque un passo avanti, al resto ci pensa il destino che a volte rimette tutte la carte a posto.

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