Quando la musica è la rovina di un film
Su Joker: folie à deux se ne sono dette tante, ma la critica che più ha colpito la seconda opera di Todd Phillips sul più grande antagonista di Batman è relativa alla musica. Il film è godibilissimo, una grande fotografia unita ad un ritmo e un montaggio degni di nota merito anche di Lawrence Sher, già direttore della fotografia per Joker (2019) e altre grandi pellicole come la trilogia di “Una notte da leoni” o – in tempi più recenti – “Black Adam“; Jeff Groth, precedentemente addetto al montaggio per “Una notte da leoni 3“; e, infine, Andrew Roberts per gli effetti speciali.
Volendo togliersi, fin da subito, il neo riguardante la principale critica rivolta a questo lungometraggio non c’è molto da dire se non che la musica è la vera protagonista di questa pellicola che ne ha sicuramente minato il successo ma, volendo trovare una giustificazione sull’abuso delle parti cantate, c’è da dire che il personaggio di Harley Quinn è usato magistralmente dato che chi la interpreta – cioè Lady Gaga – è una delle cantanti più famose ed acclamate degli ultimi tempi. Se, dunque, si pensa a ciò mettendo da parte l’idea di star vedendo un film e pensando di vedere un musical la resa è stata massima, anche se ciò l’ha penalizzato facendo quasi diventare Lee Quinzel la vera protagonista di Joker: folie à deux.
La trama ha sicuramente risentito delle scelte fatte ma, nonostante le critiche abbiano colpito anch’essa, non si può dire che non sia stata chiara dal momento che si è sempre seguito un filo logico nello svolgimento delle scene da quando si vede Arthur Fleck in prigione alla scena finale. Gli intermezzi, in cui entriamo nella testa del personaggio, non fanno altro che aiutarci a capire la psiche dell’uomo dietro Joker per comprendere meglio le sue azioni ed empatizzare con lui. D’altronde (allerta spoiler), nel momento in cui Fleck in tribunale decide di difendersi da solo per i crimini commessi si rende conto che la giuria, ma volendo espandere lo sguardo anche a noi spettatori, vede solo il suo alter ego e deve arrendersi a ciò perdendo per sempre la sua vera identità.

In conclusione, per chi è ancora indeciso se andare a vedere o meno questa pellicola la risposta è semplice: andate a vederlo ma, come poc’anzi scritto, con l’avvertimento che si assisterà quasi ad un musical più che a un vero e proprio film.
