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Grazie Italia!

I cuori infranti da un colpo di spada che li taglia a fettine e che falcia i sogni iridati dell’italica gente, per la seconda volta consecutiva.

Un fendente assestato da un onesto operaio della pelota che a Palermo conoscevano bene, avendo Trajkovski passato quattro dei suoi anni di calciatore nel capoluogo della Sicilia.

Mancini bissa il disastro sportivo di Giampiero Ventura contro la Svezia e dimostra di aver esaurito il baule di fortuna che lo aveva tutelato nel trionfale europeo di appena otto mesi fa.

La fortuna è un meraviglioso lusso che la si merita se si prova ad essere audaci: tutto il contrario di quello che hanno fatto gli uomini del C.T. che non hanno morso il freno e difettato nella cattiveria. Proprio questa è mancata all’Italia che ha forse considerato questa tappa solo propedeutica al grande confronto con Ronaldo e company, che intanto batteva i turchi per 3-1: un errore fatale.

Il dolore provocato da questa sconfitta è direttamente proporzionato alla crisi del calcio italiano che si perde dietro la logica del profitto e a l’indifferenza dei club verso la nazionale. Si è arrivati ad un punto in cui non ci sono più atleti italiani da convocare perché il campionato è pieno zeppo di stranieri. Si sbotta poi, se un giocatore viene impiegato più di una volta e il Mancini di turno deve fare l’equilibrista per spegnere i possibili malumori legati all’ipotetico affaticamento di questo o quel calciatore.

Il fitto calendario esclude ogni stage o ritiro e finanche per questo impegno decisivo con la Macedonia, il coach azzurro ha dovuto arrangiarsi disponendo dei calciatori solo per spiccioli di tempo. Obiettivamente poi, questa Italia, anche per le numerose assenze ci è sembrata veramente troppo scarsa per poter pretendere di andare in Qatar. Non battere la Macedonia annienta qualunque recriminazione e ci fa aprire gli occhi dopo la sbornia meravigliosa di Wembley che alla luce attuale si può considerare come un vero miracolo.

Probabilmente, la sconfitta di ieri ha solo anticipato la condanna di una squadra che per non andare al mondiale è riuscita a non battere la Bulgaria a Firenze, a non segnare nessun gol, in due partite contro la Svizzera e ad uscire sconfitta a Palermo contro la nazionale numero 62 al mondo.

Lo smacco è totale, non c’è che dire, ma bisogna accettarlo: non siamo più la patria del calcio da molto tempo, ma siamo gli ultimi ad aver graffiato a sangue l’Europa del calcio. L’Italia di Chiellini, Bonucci, Insigne e Donnarumma, ma anche dei vari Spinazzola e Barella ci ha reso felici, è passato troppo poco tempo per dimenticarlo quindi pur rischiando di sembrare un folle e nonostante tutto, sento solo di dire: Italia grazie lo stesso!

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