Il Vangelo della Liturgia di oggi guarda, fino a sviscerarlo, il rapporto che c’è tra il Signore e ognuno di noi.
E’ un rapporto che si costruisce intorno a tre verbi: ascoltare, conoscere e seguire. Il Santo Padre per spiegarci al meglio questa relazione si serve di un’immagine molto tenera usata dallo stesso Gesù, quella del buon pastore: “Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosce e esse mi seguono”.
L’ASCOLTO
Papa Francesco ci illumina sul valore dell’ascolto. Ascoltare significa anche disponibilità, docilità, tempo dedicato al dialogo. Oggi si fa fatica ad ascoltare. Siamo travolti dalla fretta. Sentiamo la necessità di dover sempre dire o fare qualcosa. Non sappiamo stare in silenzio e, quindi, non sappiamo ascoltare.
Dovremmo, invece, riflettere sulla nostra capacità e sulla nostra disponibilità all’ascolto. Chiederci fino a che punto sappiamo ascoltare gli altri senza interromperli, senza tagliare il loro discorso. Chi ascolta gli altri sa ascoltare anche il Signore e sperimenta a sua volta una cosa molto bella, che il Signore stesso ci ascolterà quando lo preghiamo, quando ci confidiamo con lui.
LA CONOSCENZA
L’ascolto apre la strada al secondo verbo, conoscere.
Solo chi sa ascoltare riesce a conoscere e a costruire relazioni di amicizia così come fa Gesù con noi.
Ma non solo, conoscere in senso biblico vuol dire anche amare. Chi sa ascoltare ama, si apre alla conoscenza e può instaurare relazioni basate su una solida amicizia senza cedere al giudizio, alle critiche. Affidandosi al buon pastore si può vivere l’esperienza di cui parla il Salmo: <<Anche se vado per una valle oscura non temo alcun male perché tu sei con me>>.
SEGUIRE
Infine il terzo verbo: seguire. Le pecore che ascoltano e si sentono conosciute seguono il loro pastore.
E chi segue Cristo cosa fa? “Va dove va lui”, ci spiega il Santo Padre. “Va a cercare chi è perduto, si interessa di chi è lontano, sa piangere con chi piange, se lo carica sulle spalle”.
Alla fine dell’Angelus Papa Francesco menziona una tradizione che si svolge qui in Campania, in data odierna, per l’ occasione della festa della Mamma, a Pompei: quella dei fedeli di stringersi intorno alla Venerata immagine di Maria rivolgendole la supplica del Beato Bartolo Longo. Per l’occasione il Santo Padre affida alla Vergine, ancora una volta, le sofferenze dei popoli che patiscono per l’insensato orrore della guerra ed, in particolare, del popolo ucraino.