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Che peccato Napoli.

Il Napoli subisce una sconfitta anche troppo severa, ma quando si gioca con il Real Madrid, la sensazione è che la partita sia sempre in discussione e che da un momento all’altro possa essere ribaltata.

Blancos squadra capace di subire il palleggio azzurro ma di rimanere sempre concentrata sulla gara, di scandire il ritmo del gioco e di essere cinica al momento giusto e come nella gara di andata gli azzurri segnano due gol, ma vengono puniti al minimo errore. 

Ancora troppa la differenza tra le due formazioni, ulteriormente determinata dall’assenza di un terzino sinistro naturale e da qualche individualità non ancora al meglio della condizione.

Juan Jesus in difficoltà sull’out di sinistra in fase difensiva e poco propositiva fornisce poco supporto a Kvaratskhelia, spesso troppo isolato.

Anguissa, a parte il bellissimo gol, perde molti palloni e risulta ancora non al massimo della condizione.

Zielinski troppo scolastico in fase di possesso e poco determinato quando c’è da bloccare l’avanzata spagnola.

Meret nettamente colpevole nella terza rete subita, il tiro del subentrante Nico Paz è apparso non irresistibile.

Bene Simeone, che porta in vantaggio il Napoli e sfiora il raddoppio al termine del primo tempo per un intervento tempestivo di Rudiger.

I cambi questa volta non hanno giovato agli azzurri, Osimhen non ha ancora lo smalto dei tempi migliori.

La partita di ieri non era fondamentale per il prosieguo dei partenopei in Champions ma importante come banco di prova per capire il livello di crescita degli azzurri e capire cosa manca a questa squadra in ottica futura.

La qualificazione resta però a un passo e potrebbe essere sufficiente, nella peggiore delle ipotesi, addiruttura perdere con non più di un gol di scarto.

Mazzarri dovrà valutare se confermare Meret e trovare un piano B sulla fascia sinistra in attesa del rientro di Mario Rui.

Ora testa al campionato dove domenica al Maradona arriva l’Inter, reduce anch’essa da una gara combattuta con il Benfica rimontata dopo essere andata sotto di tre gol, ma giocata con ricorrendo ad un massiccio turnover proprio per preservare i titolari contro gli azzurri nella migliore condizione.

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