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L’allenatore nel pallone

Il Napoli sbatte ancora la testa contro un Genoa ostico e raggiunge il pari al 90º con Cirylle Ngonge

Nulla da fare per i tifosi costretti ancora una volta a masticare fiele, nonostante numerosi abbiamo supportato i propri beniamini, assistendo invece all’ennesima “dèfillance” della squadra che pone in serio imbarazzo la guida tecnica chiamata al capezzale dell’ammalato, ma che invece non riesce a trovare la soluzione giusta.

L’allenatore di San Vincenzo, Santo a cui non rimane che aggrapparsi, dal suo arrivo ha visto un progressivo peggioramento della posizione in classifica passando dal 4º posto, in cui ha trovato la squadra partenopea al suo arrivo, all’attuale decimo, un trend davvero negativo di cui ovviamente e chiamato a rispondere.

Ad onore del vero forse mai come in questa occasione la formazione messa in campo era probabilmente la migliore che Mr. Mazzanti potesse schierare, il problema però non sembra quali uomini giochino, quanto il fatto che il tecnico non sembra essere riuscito a instillare le sue idee di gioco, che si limitano ad uno sterile possesso palla e niente più.

L’ennesima partita quindi “no sense” dell’undici che ha visto letteralmente in campo ombre che si muovevano in lungo (poco) e largo senza però riuscire mai ad essere concreti e impensierire seriamente il portiere avversario.

Questa sorta di spaesamento sembra avere immalinconito i giocatori che non riescono a trovare il bandolo della matassa, costretti peraltro a mutare aspetto tattico a secondo delle caotiche disposizioni della panchina.

Il team azzurro risulta sconclusionato e soprattutto non avere mai un piano per infrangere la difesa avversaria, inanellando una serie di prestazioni negative non solo nel punteggio, ma soprattutto nel gioco che latita.

A tratta appare che una sorta di malessere si sia impossessato degli azzurri, insediatosi nella mente dei calciatori, fiaccandone lo spirito e le gambe, al punto che non si capisce perché gli 8/11 della stessa squadra che lo scorso anno ha stravinto il campionato, oggi faccia così tanta fatica ad imporre le loro trame.

Questo il problema maggiore con il quale il tecnico toscano, deve fare i conti. Conti però che non tornano facendo apparire tutto quanto nella sua versione più parossistica e creando la così detta confusione che i napoletani chiamano ” muina ” per effetto della quale la palla vaga senza meta, dalla destra alla sinistra, senza riuscire mai ad arrivare all’interno dell’area avversaria, se non in sporadiche occasioni e in qualsiasi caso non favorendo mai il calciatore designato, mettendolo nella posizione migliore per potete realizzare.

Ne è l’esempio Giovanni Simeone, spesso spalle alla porta, a cui non rimane che giocare di sponda. E così quando le punte languono e ci si aspetterebbe il lampo dei centrocampisti che attraverso gli spazi aperti, dovrebbe inserirsi e andate in rete, lo spunto non arriva.

Purtroppo Traorè oggi alla sua prima apparizione in maglia azzurra, non ha brillato e soprattutto è stato servito poco e male. Lobotka come al solito metronomo a tutto campo, che non sa più come districarsi dovendosi preoccupare di far ripartire la squadra dallla difesa zona del campo in cui spesso si trova a sbrogliare situazioni pericolose e trovandosi a tamponare buchi in rapida successione.

Qualche cosa c’è là si sarebbe aspettata da Zambo Anguissa, ma il camerunense è davvero l’ombra del calciatore dello scorso anno, impalpabile sia in fase difensiva e soprattutto nella fase offensiva, in cui sebbene si proponga non risulta mai decisivo, non inquadrando mai a porta limitandosi a scariare nel nulla.

Questi i punti dolenti che al momento vedono la squadra totalmente deficitaria in zona rete.

Non bastano Kvaratskhelia unico a proporsi, così come Politano sulla destra, insufficienti per tenere su l’impianto di attacco del Napoli.

Se si a questo si aggiunge che al minimo sbaglio, la difesa sistematicamente incassa una rete allora i conti tornano.
Morale della favola i tifosi non sanno più a che santo rivolgersi, i calciatori dal loro canto fanno ben poco per recuperare una stagione che adesso appare complicata; ma il destino ancora una volta offre una opportunità, “il barcellona” che mercoledì sera verrà allo stadio Maradona per disputare la partita di andata degli ottavi di finale di champions. Gara che a questo punto diventa snodo fondamentale di un’intera stagione, una vittoria infatti si sa oltre che scacciare la crisi, migliorerebbe gli umori della piazza e soprattutto darebbe nuova linfa per il proseguo

A questo punto non ci resta che aspettare e se da un lato si dice ‘se sono rose fioriranno” dall’altro si dice pure “se il buongiorno si vede dal mattino…..”

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